Open Bionics e la multinazionale dell’intrattenimento per l’infanzia Disney fanno cordata per offrire ai bambini che hanno subito l’amputazione della mano, una giocosa alternativa alle protesi tradizionali." />

Protesi da supereroi stampate in 3D per i bambini che hanno perso un arto

 

La compagnia inglese di robotica Open Bionics e la multinazionale dell’intrattenimento per l’infanzia Disney fanno cordata per offrire ai bambini che hanno subito l’amputazione della mano, una giocosa alternativa alle protesi tradizionali.

Foto: Open Bionics
Foto: Open Bionics

Si tratta di braccia robotiche stampate in 3D, con qualcosa di speciale. C’è il modello scintillante ispirato alla regina Elsa di Frozen, il braccio imponente di Iron Man, oppure l’arto che sembra uscito dall’ultima saga di Star Wars (con luci LED e suono da spada laser incluso!).

Il CEO di Open Bionics, Joel Gibbard, ha lavorato per anni nel perfezionamento della fabbricazione di protesi e, deciso a rendere fruibili i risultati della sua ricerca, ha fondato nel 2014 la sua compagnia di robotica. I risultati non si sono fatti aspettare. Nello stesso anno, Gibbard è stato scelto come “imprenditore dell’anno” dalla Tech Spark e la sua idea delle protesi a basso costo stampate in 3D è arrivata seconda tra quattrocento partecipanti da tutto il mondo all’Intel Make it Wearable Challenge. Ora, con il supporto dell’acceleratore per startup tecnologiche di Disney e Techstars, le protesi potranno essere commercializzate.

Foto: Open Bionics
Foto: Open Bionics

Le protesi della Open Bionics sembrano a prima vista dei costosi giocattoli. In realtà, sono mani robotiche estremamente sofisticate controllate dai segnali elettrici mandati dai muscoli dei giovani utilizzatori. Un sistema che stimola la terapia riabilitativa e che si è dimostrato particolarmente efficace nei bambini, che vedono nella loro protesi una sorta di arto con super poteri.

La ragione si trova nel fattore psicologico. Lo spiega lo stesso Gibbard, «I bambini risentono molto dall’essere stigmatizzati per la perdita di un arto. Una delle cose che preoccupa loro di più è il momento in cui qualcuno chiede “come hai perso la tua mano”?».

Prosegue Gibbard, «Avere uno di questi arti, invece, cambia completamente la prospettiva generale. All’improvviso, le domande che si sentono fare sono “dove hai preso una mano così bella?” oppure “come funziona?”. Far diventare un punto di forza quello che era una debolezza è una possibilità da non sottovalutare anche in vista di lunghi percorsi riabilitativi».

Foto: Make it Wearable Challenge
Foto: Make it Wearable Challenge

Le protesi sono in grado di monitorare i movimenti dei muscoli, facilitando il loro potenziamento e velocizzando l’aumento di destrezza nel loro utilizzo. Con i loro movimenti, i muscoli accendono le luci LED visibili in superficie. Così, chi segue la riabilitazione del bambino vede chiaramente i progressi nei movimenti e il bambino, nello stesso tempo, ha un affascinante display di luci che sa di poter comandare a volontà.

Grazie all’uso della stampa 3D per la loro fabbricazione, la Open Bionics è riuscita a contenere notevolmente le spese di produzione delle protesi, che saranno disponibili sul mercato entro la fine del 2016 a meno di 3.000 dollari americani.

Foto: Open Bionics
Foto: Open Bionics

«I bambini ne rimangono affascinati appena le vedono», assicura Gibbard. E sembra non siano i soli. La Open Bionics ha già ricevuto molte richieste da adulti per l’acquisto di una delle loro protesi e l’impresa sta valutando di produrre anche modelli di misure adatte ad amputati adulti.

Cercando di far arrivare alla maggior quantità possibile di bambini un arto artificiale che li aiutasse a riprendersi più facilmente del trauma della perdita, Gibbard ha fatto molto di più. Ha intrapreso un progetto sociale usando tecnologia d’avanguardia. I risultati senza dubbio miglioreranno la qualità di vita dei piccoli amputati. E, se davvero si produrranno modelli anche per adulti, forse la migliorerà anche ai grandi.

Fonte:

Independent

Per approfondire:

Make it Wearable. Meet Team Open Bionics