Arte e stampa 3D: la Venere di Milo come non l’avete mai vista

Uno dei più famosi misteri nel mondo dell’arte è rappresentato dalla Venere di Milo, la statua greca scolpita tra il 130 e il 100 avanti Cristo. Si tratta di una scultura in marmo pario alta poco più di due metri, priva delle braccia e del basamento originale. Trovata sull’isola greca di Milo nel 1820, un anno più tardi, riconosciuto il suo pregio, si collocava al museo del Louvre, dov’è tuttora conservata.

Immagine: Cosmo Wenman
Immagine: Cosmo Wenman

Considerata da molti una delle più significative rappresentazioni della bellezza femminile, è un’opera che gode di una grande fama e molte sono state le ipotesi sulla posa originaria delle braccia della dea; nessuna pienamente condivisa.

L’atteggiamento naturale della dea, ormai lontana dalla compostezza “eroica” delle Veneri classiche dei secoli precedenti, nel 1994 aveva fatto ipotizzare all’archeologa Elizabeth Wayland Barber, che la dea raffigurasse lo svolgimento di un’attività molto comune per le donne dell’epoca: la filatura. Barber sostiene che Venere avesse una rocca sulla mano sinistra sollevata, e un fuso appesantito davanti, con il filo a unire entrambi i punti. «Una posizione dolorosamente familiare alle donne della Grecia antica», spiega Barber.

A sinistra, la Venere di Milo in originale; a destra, lo schizzo di Barber. (Immagine: Cosmo Wenman)
A sinistra, la Venere di Milo in originale; a destra, lo schizzo di Barber. (Immagine: Cosmo Wenman)

Venuta a conoscenza della teoria di Barber, la scrittrice Virginia Postrel ha deciso di provare la sua plausibilità, chiedendo aiuto all’artista Cosmo Wenman, che aveva già lavorato su restauri di opere d’arte attraverso l’uso della stampa 3D. Wenman ha scattato più di seicento fotografie di una replica molto accurata della statua, risalente al 1850, e le ha elaborate con Blender e Autodesk ReCap.

Wenman ha stampato in PLA su una Makerbot Replicator 1, usando RepG per la preparazione dei file. La stampa è stata eseguita per sezioni della statua, poi assemblate tra loro.

Immagine: Cosmo Wenman
Immagine: Cosmo Wenman

Essendo partito dagli schizzi di Barber e con l’aiuto di un anatomista digitale, Wenman ha prodotto una Venere di Milo molto convincente. Nella versione della Venere di Milo di Wenman sia la rocca sia il fuso sono in legno dipinto di dorato e il filo è rappresentato da una catena, anch’essa dorata, «Colore più appropriato per una dea». Per Wenman, è possibile che nella statua originale anche la rocca e il fuso fossero di marmo e che sia stato proprio questo a far perdere le braccia alla dea, dovuto allo stress che il peso dell’insieme provocava sulle braccia della statua.

Il progetto di Wenman non dimostra inconfutabilmente la teoria di Barber, ma il risultato è alquanto plausibile, ed è stato possibile grazie alla stampa 3D.

Fonte:

Slate
(http://www.slate.com/articles/arts/culturebox/2015/05/the_venus_de_milo_s_arms_3d_printing_the_ancient_sculpture_spinning_thread.html#return)

Per approfondire:

Venus de Milo Spinning Thread, by Cosmo Wenman
(https://cosmowenman.wordpress.com/2015/05/04/3d-reconstruction-venus-de-milo-spinning-thread/#more-3356)