Davide Buttu: CMN Report 6months Out of the Building

Per il CMN i primi tre mesi del 2015 hanno segnato un’intensificazione delle attività, grazie all’invito dei responsabili di progetto a partecipare al tour MakeInNuoro@school e all’offerta formativa organizzata da Ascom Nuoro con il percorso Dall’Idea al Progetto.
La settimana di MIN@school è stata intensa ed emozionante, (qui il report di Gianluca Dettori) con sei appuntamenti nei principali centri di formazione secondaria del Centro Sardegna, in cui i componenti del CMN sono intervenuti illustrando le iniziative del Comitato a supporto di MIN, ognuno con la propria storia, Maurizio Scudu, in tutte le tappe ha messo in funzione le sue stampanti 3D, e con lui hanno presentato i loro progetti Gian Matteo Cossu e il FabLab Sassari, i mitici Nicola Contini e Lucio Altana di Frale, che già ci avevano stupito al Beginner’s Party con la fresa CNC autocostruita, ad Isili sono approdati con un inseguitore solare e i loro ultimi lavori. L’Ailun ha dato sfoggio del suo laboratorio di Tecnologie Ottiche con Janusz Kozłowski. Io, Paolo Puggioni, Makia e Gianluca Buttu abbiamo spiegato agli studenti quanto in realtà sia semplice avvicinarsi ad un mondo, quello della fabbricazione digitale, che offre campi applicativi e prospettive interessanti ed innovative sul concetto stesso di prodotto ed economia. Avvicinarsi ai FabLab già esistenti, Pula, Nuoro, Sassari, Olbia (e tra poco Carbonia) ed esercitarsi con piattaforme facilmente comprensibili come Arduino o simili è il primo passo verso un intero mondo di nuove possibilità a portata di mano. Trovi un’istanza che proviene dal territorio, riunisci un team intorno ad un’idea e ci lavori sopra insieme, prototipi rapidamente l’idea e la testi sul territorio che te l’ha richiesta.

Che in poche parole è ciò che è stato approfondito nella serie di incontri Dall’Idea al Progetto dedicati al Business Modelling, offerti da Ascom Nuoro in cui, tra business model canvas, ricerche di mercato e analisi dei finanziamenti esistenti, si cerca di collocare un’idea innovativa in un contesto di mercato il più possibile verificato e controllato, di cesellare un’intuizione grezza fino a renderla un minimo prodotto accettabile per il pubblico. Partendo da un dato di fatto molto semplice: tra i tanti “Makers” che abbiamo conosciuto durante questi mesi, le competenze tecniche e l’esperienza sul campo sono di altissimo livello, titoli e lavori non mancano, ciò non avviene invece con la conoscenza degli strumenti economici che servono per entrare nel mercato. Trenta partecipanti e trenta idee hanno attraversato un processo di verifica delle ipotesi progettuali e hanno trovato una forma più precisa e obiettivi raggiungibili. Durante i quattro incontri, Nicola Siza ed i suoi collaboratori di Apply Consulting, hanno cercato di rendere chiaro il metodo con cui opera una startup, l’adolescenza di un’azienda, come si forma un team e la sua visione, e ha fornito approfondimenti sul marketing e sulla ricerca di investitori. Personalmente è stata un’esperienza intensa, che mi ha riportato indietro ai tempi dell’università, in cui tutto ciò che facevi era ricerca, perlomeno antropologica. Calarsi completamente nei panni di chi ha un bisogno da soddisfare e cercare di risolverlo, confrontando diversi punti di vista, verificando passo per passo le proprie ipotesi, sino ad una soluzione accettabile è stato per certi versi una rivelazione. Il livello e la quantità di contenuti del percorso formativo sono stati molto impegnativi da sostenere, ma di sicuro ne è valsa la pena. Alcune delle idee, tradotte in documenti e presentazioni stanno già viaggiando verso la realizzazione, altre si sono ridimensionate o hanno trovato nuovi spunti, segno che collaborare non può che migliorare i processi innovativi.

Si può fare, le cose si possono smontare e riparare, riprogrammare e hackerare, le persone si incontrano e stanno già producendo, documenti e prodotti.
Il CMN è nato per supportare e creare un ecosistema adatto al progetto MakeInNuoro, la sola forza di un’idea; la possibilità della creazione di un makerspace nella Sardegna Centrale, ha creato un’onda che sta già avendo impatto sul territorio.
Generando tra le altre cose; contatti diretti tra aziende che eseguono lavorazioni di alta tecnologia simili; un illuminante tour nelle scuole da Isili a Siniscola e da Macomer a Lanusei passando per Nuoro e Tortolì; le basi di una community interessata alla fabbricazione digitale; progetti formativi innovativi sull’introduzione al business modelling ed alla ricerca di risorse adatte alle startup; discussioni sul ruolo che le nuove applicazioni delle tecnologie legate alle macchine CNC avranno e devono avere sul tessuto imprenditoriale esistente e sulle opportunità che offrono a chi l’impresa deve ancora crearla; il processo di re-ingegnerizzazione dell’AILUN, che accogliendo il makerspace e gli spazi per il co-working, si avvia verso una svolta tecnologica importante.
Tutto questo, riassunto in un piccolo mantra:
fare = spostare gli indicatori economici del territorio.
Un progetto che parte fuori dal palazzo: Out of the Building, che in economia significa verificare sul campo le ipotesi fatte in fase progettuale. Si parte dal territorio, raccogliendo umori e dati, sensazioni e storie, che raccontano a volte molto più dei numeri.
Le storie di chi affronta in aziende storiche il cambio generazionale e tecnologico insieme, lo “switch”, e di chi invece lo ha già fatto, le storie dei giovani che pensano alla facoltà in cui specializzarsi, e sognano un futuro più tangibile di questo presente un po’ troppo vago, e poi le storie dei makers, che lo sono a volte da anni e nessuno gliel’ha mai detto, o che sono “dormienti” e ancora non sanno di esserlo, o di chi lo sa eccome e mangia pane e 3D da anni, gente che aggiusta, smonta, salda, risolve problemi anche molto complessi, aiutato dalle macchine e aiutandole ad essere più versatili ed efficienti, gente che è stanca di acquistare prodotti costosi e standardizzati, che svolgono solo poche funzioni e hanno un’obsolescenza intrinseca, persone come noi, che però costruiscono da sole gli utensili e gli strumenti di cui hanno bisogno, li conoscono e sono capaci di riparali e replicarli, per intervenire direttamente nel territorio, per le esigenze proprie del territorio. Un nuovo Artigianato Digitale è possibile.