I reperti di uno scavo in Messico saranno subito disponibili grazie alla stampa 3D

Quando il lavoro degli archeologi si svolge in luoghi remoti del pianeta, i reperti trovati non possono attraversare le frontiere del paese d’origine e ogni ulteriore studio deve essere fatto su dati raccolti sul campo o su documentazione fotografica.

Immagine: Progetto Quiechapa
Immagine: Progetto Quiechapa

L’archeologo Alex Elvis Badillo dell’università statunitense Indiana University Bloomington è a capo di una campagna di scavi nella valle di Nejapa, nella regione messicana di Oaxaca. Durante i rilievi, il gruppo di Badillo ha trovato complesse strutture architettoniche pre-ispaniche insieme a reperti in pietra e ceramica. Tutte le analisi di laboratorio sono state fatte in loco ed eventuali confronti con altri reperti già studiati in precedenza si sono potuti fare soltanto a distanza.

Dichiara Badillo, «Anche altri archeologi messicani si chiedono cosa abbiamo trovato e noi cerchiamo di far circolare l’informazione il più accuratamente e velocemente possibile».

Dovuto all’impossibilità di trasferire i reperti nei propri laboratori, Badillo ha pensato di documentarli usando la tecnologia 3D. Usare uno scanner 3D sul luogo di scavo è logisticamente complicato e quindi Badillo ha utilizzato lafotogrammetria per riprodurre i modelli di suo interesse. In questo modo è stato molto più semplice condividere l’informazione con scienziati in altre parti del mondo e anche creare copie dei pezzi una volta tornati a casa.

Foto: 3D Printing Industry
Foto: 3D Printing Industry

«L’analisi del reperto originale non può essere sostituita dall’uso di una sua stampa in 3D ma questa, in ogni caso, riempie un grande vuoto e permette di continuare lo studio su una base più accurata rispetto alle sole fotografie finora usate», assicura Bandillo. «Avere una copia del reperto “in mano” ti dà orizzonti di studio più ampi».

Il paleontologo messicano Ricardo Higelin Ponce de Leon ha lavorato insieme a Badillo in questo progetto, con l’obiettivo di testare l’accuratezza di analisi su modelli di ossa stampati in 3D rispetto ad analisi effettuate sui reperti originali. Ponce de Leon e Badillo sono convinti che avere a disposizione i “reperti” stampati in 3D in qualsiasi parte del mondo, quasi contemporaneamente al loro ritrovamento sul sito, possa avere una ricaduta notevole anche a livelloeducativo. Gli studenti di archeologia dell’università potrebbero “seguire” gli scavi veramente dal vivo.

Foto: 3D Printing Industry
Foto: 3D Printing Industry

Lo spiega Ponce de Leon, «Quando sono insieme agli studenti, mi viene spesso da pensare quanto vorrei poter mostrare loro i reperti e farli toccare. Per insegnare cosa bisogna cercare o a quali dettagli dare più attenzione in un reperto di ceramica o in un osso, sarebbe impagabile poterli tenere in mano».

Nella sua prossima spedizione in Quiechapa, Badillo userà Sketchfab per documentare il suo lavoro in tempo reale e permettere agli studenti e ad altri scienziati di parteciparvi. Inoltre, userà velivoli radiocomandati per la scannerizzazione di vasti siti archeologici. Sketchfab permetterà di condividere i modelli ottenuti dai rilievi e di utilizzarli come ambienti di realtà virtuale.

«Siamo continuamente impegnati a condividere i dati che ricaviamo con altri archeologi e con il pubblico in generale. Sketchfab è l’ideale per questo scopo. Prima, le notizie in campo archeologico tardavano mesi, a volta anni, a essere divulgate. Ora anche questo processo ha subito una forte accelerazione. Sarebbe un sogno poter accedere al sito online di un archeologo e vedere in tempo reale quali scoperte si stanno facendo magari dall’altra parte del mondo. È quello che intendo fare durante la spedizione in Quiechapa».

 

Per Badillo, la stampa 3D dei reperti permetterà, in un futuro non molto lontano, di estendere la collaborazione tra archeologi di tutto il mondo. Riducerà i viaggi in loco e, contemporaneamente, renderà capillare l’informazione. I reperti potranno essere meglio conservati, analizzati e condivisi. Scienziati come Badillo ci stanno già lavorando per renderlo possibile.

Fonte:

3D Printing Industry (http://3dprintingindustry.com/2015/07/10/3d-printing-scanning-give-archaeologists-the-power-of-real-time-distribution-of-artifacts/)