Erika Harrsch è un’artista visiva con la passione per la musica. Nel suo progetto più recente, doveva allestire la scenografia per un concerto della compositrice avant-garde Paola Prestini nell’esecuzione della violoncellista Maya Bieser. «Nel concerto, volevo usare dei video ma non soltanto come sfondo, ma come parte integrante dell’esecuzione». È così che è nato “LED cello”, «Scultura vivente di musica e luce», come la definisce Harrsch." />

Quando dallo strumento musicale scatturiscono anche immagini

Erika Harrsch è un’artista visiva con la passione per la musica. Nel suo progetto più recente, doveva allestire la scenografia per un concerto della compositrice avant-garde Paola Prestini nell’esecuzione della violoncellista Maya Bieser. «Nel concerto, volevo usare dei video ma non soltanto come sfondo, ma come parte integrante dell’esecuzione». È così che è nato “LED cello”, «Scultura vivente di musica e luce», come la definisce Harrsch.

Maya Beiser durante il concerto “Room n° 35” (Foto tratta dal video della IEEE)
Maya Beiser durante il concerto “Room n° 35” (Foto tratta dal video della IEEE)

Le sfide erano numerose. Il cello doveva essere confortevole da suonare, gli effetti visivi dovevano avere un collegamento con la musica che si eseguiva e, naturalmente, tutto il sistema doveva essere tecnicamente fattibile.

Per iniziare, Harrsch doveva assicurare a Beiser l’ergonomia del LED cello. Le prove sono state fatte su una struttura in cartone con le misure previste per il nuovo strumento, che si è dimostrato maneggevole. Il primo scoglio era superato.

Beiser prova l’ergonomia del cello. (Foto: Erika Harrsch)
Beiser prova l’ergonomia del cello. (Foto: Erika Harrsch)

Il “display” del cello consisteva in otto pannelli a LED, ognuno da 32×32 pixel, posizionati formando una “U” sulla faccia frontale dello strumento. Due pannelli si trovavano su ognuno dei due ponticelli del cello; gli altri quattro formando un’area quadrata in basso. Per evitare una parvenza rigida e piatta gli ultimi pannelli in basso erano inclinati, per dare un’illusione ottica di curvatura, che dava più morbidezza all’insieme.

Il cello elettronico della Yamaha che Harrsch usava come base per le sue modifiche, non aveva la cassa acustica ma faceva uso dell’elettronica per amplificare il suono. Installare i LED molto vicini a un impianto così delicato, avrebbe avuto delle ripercussioni negative sulla qualità del suono? Interpellati al riguardo, i tecnici cella Yamaha avevano tolto ogni possibilità di buona riuscita al progetto.

Primo prototipo del LED cello. (Foto: Erika Harrsch)
Primo prototipo del LED cello. (Foto: Erika Harrsch)

Ciò nonostante, Harrsch ha continuato il suo percorso. La struttura che sostiene l’intero sistema è stata costruita in alluminio. I pannelli sono collegati a una scheda madre che fa uso del software di Meric Adriansen; lo stesso che gestisce i cartelloni pubblicitari giganti di Times Square, a New York.

Il sistema è stato programmato in modo che i LED creassero effetti seducenti, vibranti oppure sfumati, con una luminosità generale bassa per evitare un effetto troppo diretto e penetrante.

Adesso, anche gli ultimi due problemi iniziali erano stati risolti. Rimaneva soltanto sconfiggere la diffidenza dei musicisti. «All’inizio, ero molto scettica riguardo l’idea di Erika», ricorda Beiser. «Quel che mi preoccupava di più era laperdita d’intensità della musica con l’uso delle luci a LED».

Durante il concerto, le immagini visualizzate sul cello, erano ripetute e amplificate sullo schermo retrostante (Foto tratta dal video della IEEE)
Durante il concerto, le immagini visualizzate sul cello, erano ripetute e amplificate sullo schermo retrostante (Foto tratta dal video della IEEE)

Nei mesi precedenti al concerto ufficiale, Beiser, Harrsch e Prestini hanno lavorato da vicino per perfezionare il funzionamento del nuovo cello. Il risultato è convincente. Il concerto, chiamato Room n° 35, con musiche di Prestini, inizia con un cello acustico; mezz’ora dopo, Beiser lascia da parte lo strumento per prendere in mano il cello di Harrsch e i colori cominciano a fluire e occupare lo spazio insieme alla musica. Se volete giudicare voi stessi, eccovi uno stralcio del concerto.

Harrsch sta già lavorando alla fase successiva del suo progetto: LED cello 2.0, che userà pannelli più leggeri e luci a LED di dimensioni ridotte. La novità più rilevante è che il software sarà riprogrammato per elaborare le immagini seguendo non soltanto la musica ma anche i movimenti del musicista. Creatività al lavoro!

Fonte:

IEEE Spectrum
(http://spectrum.ieee.org/geek-life/profiles/the-making-of-erika-harrschs-led-cello)