Nao sono stati programmati per credere di aver ricevuto una “pillola” che impediva loro di parlare. La domanda fatta a tutti e tre è stata: “chi tra voi ha ricevuto la pillola”? Di fatto, solo a due dei tre era stata tolta la possibilità di parlare. Il terzo, quindi, ha risposto a voce alta “non lo so” ma, nel momento stesso in cui ha sentito la propria voce, ha cambiato la risposta in: “Scusa. Adesso lo so. Non è stata data a me”" />

Un test di autoconsapevolezza sorprendentemente superato dal robot Nao

Tre robot Nao sono stati programmati per credere di aver ricevuto una “pillola” che impediva loro di parlare. La domanda fatta a tutti e tre è stata: “chi tra voi ha ricevuto la pillola”? Di fatto, solo a due dei tre era stata tolta la possibilità di parlare. Il terzo, quindi, ha risposto a voce alta “non lo so” ma, nel momento stesso in cui ha sentito la propria voce, ha cambiato la risposta in: “Scusa. Adesso lo so. Non è stata data a me”.

I tre Nao utilizzati nell’esperimento. (Immagine: IFL Science)
I tre Nao utilizzati nell’esperimento. (Immagine: IFL Science)

Questo esperimento è stato realizzato nel Rensselaer Polytechnic Institute di New York sotto la direzione di Selmer Bringsjord, dell’Artificial Intelligence and Reasoning Laboratory. Le implicazioni del risultato ottenuto sonosbalorditive: dimostrano la presenza in questi robot di qualcosa che non avremmo problemi a definire come una sorta di “autoconsapevolezza”.

Bringsjord lavora da decenni nel campo dell’intelligenza artificiale e, per preparare questo esperimento, si è basato su un famoso enigma di logica: un re fa chiamare i tre saggi più saggi per scegliere tra loro quello che sarà il suo prossimo consigliere; li fa sedere a un tavolo rotondo, benda i loro occhi e pone sulla testa di ognuno un cappello; fa togliere loro la benda e spiega che i cappelli possono essere blu oppure bianchi e che almeno uno di essi è blu. Ognuno può vedere soltanto i cappelli degli altri due e nessuno può proferire parola. Devono dire di quale colore è il proprio cappello. Chi darà la risposta sbagliata sarà decapitato. Chi la darà giusta, diventerà il prossimo consigliere reale. Dopo parecchi minuti, uno dei tre si alza e dà la risposta corretta.

Una delle possibili interpretazioni del problema. (Immagine: The Grey Labyrinth)
Una delle possibili interpretazioni del problema. (Immagine: The Grey Labyrinth)

Il problema posto ai robot è molto più semplificato e sarebbe facilmente risolvibile da un umano. Il robot, invece, deve ascoltare la domanda, comprenderla, sentire la propria voce che risponde “non lo so” e capire che è la propria, traendo la logica conseguenza di non aver preso la pillola. Indovinelli logici con elementi di autoconsapevolezza sono essenziali per rendere i robot non solo più sofisticati, ma anche più coscienti del loro ruolo nella società.

Siamo ancora molto lontani dai robot che ci mostrano i film di fantascienza, ma il risultato di questo test dimostra che l’autoconsapevolezza è qualcosa che può essere programmata e che apre porte verso mondi ancora inesploratinell’intelligenza artificiale. «C’è ancora una miriade di passi da fare, ma farne uno alla volta è l’unico modo per arrivare lontano», scrivono i ricercatori nel loro articolo.

Due unità di Nao. (Foto: Aldebaran)
Due unità di Nao. (Foto: Aldebaran)

I robot scelti per svolgere questo esperimento sono stati tre unità di Nao. Creato nel 2006 dalla francese Aldebaran, acquistata dal colosso giapponese SoftBank Mobile nel 2013, l’umanoide Nao è nato con l’obiettivo dichiarato diinserirsi il più possibile nella società, attraverso un grado d’interazione sempre crescente. E ci sta riuscendo. Aver sostituito nel 2007 il robot Aibo della Sony nella RoboCup Standard Platform League, è stato soltanto il primo passo. Le sue diverse versioni sono attualmente usate nel settore dell’educazione in più di settanta paesi in tutto il mondo. 5000 unità sono in circolazione e vengono usate sia in didattica a tutti i livelli, sia nelle ricerca nel campo dell’intelligenza artificiale. Come nel caso dell’esperimento della Rensselaer.

Unità di Nao usata nelle aule di scuola. (Foto: Aldebaran)
Unità di Nao usata nelle aule di scuola. (Foto: Aldebaran)

I risultati delle ricerche finora svolte dal gruppo di Bringsjord saranno presentati a RO-MAN 2015, 24mo Simposio Internazionale sull’Interazione Umano-Robot che quest’anno si terrà a Kobe, in Giappone, dal 31 agosto al 4 settembre. Il tema principale della conferenza sarà: “L’Interazione con Robot Integrati nella Società”.

Se siete arrivati fin qui sarà stato anche perché volevate sapere il colore del cappello del futuro consigliere. Era blu. Ma lasciamo a Voi la ricerca del perché.

Fonti:

Techradar
(http://www.techradar.com/news/world-of-tech/uh-oh-this-robot-just-passed-the-self-awareness-test-1299362)

IFL Science
(http://www.iflscience.com/rise-machines-robot-demonstrates-self-awareness-solving-logic-puzzle)

Per approfondire:

Bringsjord ed al., “Real Robots that Pass Human Tests of Self-Consciousness”
(http://kryten.mm.rpi.edu/SBringsjord_etal_self-con_robots_kg4_0601151615NY.pdf)