Dalla Delft University of Technology, l’idea per un nuovo modo d’illuminare gli ambienti

L’illuminazione di uno spazio è uno dei fattori critici nel design d’interni. L’architetto può ottimizzare la posizione delle finestre per cogliere il massimo dalla luce solare negli ambienti che lo richiedono ma ciò non è sempre possibile, soprattutto quando si tratta di ristrutturazioni dove la struttura principale ha già un orientamento ben definito che non può essere modificato.

Immagine: Luxexcel
Immagine: Luxexcel

Grossl, studente dell’ultimo anno di Disegno Industriale della Delft University of Technology, ha pensato di risolvere il problema con Stuttgart, alternativa innovativa all’illuminazione con luce solare tradizionale. Attualmente, la luce solare è raccolta all’esterno e convogliata nei diversi ambienti con fibre ottiche. Grossl fa fare un salto di qualità all’intero sistema usando cinque fibre ottiche di vetro per ogni unità, con la doppia funzione di trasportare la luce solare e di distribuire luce artificiale con i led. Inoltre, le fibre reggono meccanicamente la rete che pende dal soffitto. La quantità di luce proveniente dai led è variabile a seconda delle esigenze dell’utente.

Il progetto di Grossl è uno dei finalisti del Luxexcel Innovative Application Student Award 2015, contest organizzato dall’olandese Luxexcel, specializzata nella stampa 3D di elementi con un alto standard di trasparenza e creatori della printoptical technology, procedura di stampa additiva per la fabbricazione di componentistica ottica.

Immagini: Luxexcel
Immagini: Luxexcel

Grossl fa uso della stampa 3D per costruire i moduli a cella d’ape che, grazie alla loro forma geometrica, riescono a coprire qualsiasi superficie. Le fibre ottiche trasmettono la luce solare verso l’interno. In mancanza di questa, i led entrano in funzione per garantire continuità all’illuminazione a prescindere dalle condizioni meteo esterne.

Il sistema è personalizzabile in ogni sua parte: la dimensione delle celle, la tipologia delle lenti, la quantità di luce trasmessa, il numero di led utilizzati. Grazie alla stampa 3D, la superficie coperta dalle celle può avere qualsiasi forma, perché le celle marginali possono facilmente essere adattate. Anche la distanza dal soffitto è decisa dall’utente finale; così come, naturalmente, la forma della rete nel suo insieme, che non deve necessariamente coprire tutta la superficie. Insomma, una grande libertà creativa è messa a disposizione.

Stuttgart si presenta come un sistema che permette di personalizzare la luce; non soltanto la lampada che la trasmette. Lo fa non con una tecnica nuova, ma con una nuova concezione di come usare le tecniche già a disposizione, aumentando di molto le scelte per i designer.

Immagini: Luxexcel
Immagini: Luxexcel

A prescindere dalla fattibilità nella commercializzazione del sistema di Grossl, che dipenderà in gran parte dalla sua posizione nella classifica finale del contest, Stuttgart ci fa intravedere un’interessante commistione tra stampa 3D e architettura d’interni che può essere d’ispirazione per altri maker.

Potete vedere il progetto di Grossl e anche gli altri concorrenti in gara sulla pagina dedicata. Se qualcuno vi piace, le votazioni sono ancora in corso!

Fonte:

www.3ders.org
(http://www.3ders.org/articles/20150712-student-develops-modular-lighting-system-for-interiors-using-3d-printed-optics.html)

Per approfondire:

Stuttgart
(http://blog.luxexcel.com/3d-printing/stuttgart-3d-printed-light/)