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Deep-Z, esplorazioni in acque profonde con i componenti stampati in 3D

Componenti in plastica stampati in 3D possono essere usati per esplorazioni a grandi profondità? È la domanda alla quale Martin Baumers, ricercatore inglese della University of Nottingham, voleva dar risposta con il progetto Deep-Z.

Foto: Deep-Z
Foto: Deep-Z

Baumers ha stampato in 3D un piccolo sottomarino (guidato da Jacques, un sub della Lego) e l’ha immerso a 200 metridi profondità, nel lago d’Iseo, in provincia di Bergamo. Il test, documentato sul sito del progetto, ha dimostrato la resistenza del sistema -modellino e protezione per la telecamera e le luci- alla pressione di 21 atmosfere, esercitata sui corpi a quella profondità.

Per questa prima prova, la scelta del lago d’Iseo non è stata casuale. Si tratta, infatti, di un bacino lacustre con caratteristiche particolari: profondità fino a 250 metri, batigrafia pianeggiante, ridotto movimento delle acque; l’ambiente perfetto per eseguire test in acque dolci profonde.

Immagine: Deep-Z
Immagine: Deep-Z

Il sottomarino e gli alloggiamenti per la camera e le luci sono stati stampati in Polyamide 12 con la tecnica 3D diselective laser sintering. «Il nylon è una plastica particolarmente resistente che può essere usata in condizioni di maggiore stress rispetto ad altri materiali», spiega Baumers.

Immagine: Deep-Z
Immagine: Deep-Z

L’attrezzatura principale usata da Baumers consisteva in una camera GoPro Hero, una luce a led, lastre acriliche, e un cavo di metallo lungo 200 metri. Pochi altri accessori, un po’ di manualità e tre chili di acciaio come zavorra, e il viaggio di Jacques era pronto a iniziare.

La spiegazione dettagliata del montaggio dell’intero sistema, con tutti i file .stl necessari per la stampa sono disponibili sul sito del progetto.

Foto: Deep-Z
Foto: Deep-Z

Un solo tentativo ben riuscito non basta a consolidare un’ipotesi e ci sarà bisogno di effettuare prove anche in condizioni acquatiche diverse, per esempio in ambienti marini, dove la pressione è maggiore, oppure in presenza di correnti consistenti. Ma un primo passo è dato e forse la curiosità di Baumers sulla possibilità d’uso di dispositivi a basso costo per esplorazioni in acque profonde aprirà le porte a nuove applicazioni delle stampe 3D.

Fonte:

www.3ders.com
(http://www.3ders.org/articles/20150615-deep-water-exploration-with-3d-printing-sink-3d-printed-part-to-200m-below-sea-level.html)

Per approfondire:

Deep-Z Project
(http://www.deep-z.com/)