Intervista al Segretario Provinciale Nuoro-Ogliastra di ConfApiSardegna Dr.ssa Salvatorina Salis

Segretario Salis,

solo per citare gli ultimi due, nell’arco del 2013 – 2014, in Sardegna, tanta strada è stata fatta sui temi dell’innovazione, ponendo come sempre la Sardegna all’avanguardia tanto nelle politiche pubbliche quanto nei comparti produttivi, in particolare quello delle startup e delle tecnologie.
Il 2015, forte anche delle attività condotte nella Sardegna centrale in particolare da ottobre in poi, si preannuncia un anno auspicabilmente denso.
Verrebbe da dire, per fortuna, che la voglia di cambiamento e riscatto dei territori è oramai largamente superiore alle debolezze strutturali ed alle difficoltà congiunturali.

Vediamo di analizzare il tema con chi, come ConfApiSardegna e come operatore di mercato, ha vissuto e vive la transizione dalle croniche difficoltà ad un futuro possibile.

  1. In che modo ConfApiSardegna spinge i processi d’innovazione e perché?
    CONFAPI Sardegna spinge i processi di innovazione cercando di diffondere presso le imprese associate cultura di innovation management e supportandole nell’individuare i loro fabbisogni di innovazione di processo, di prodotto, di business, etc. L’Associazione negli ultimi anni ha cercato di operare sempre di più in stretta sinergia con Sardegna Ricerche, promuovendo il più possibile le opportunità che offre alle imprese.
  1. Perché, per ConfApiSardegna, è importante parlare di cambiamento e crescita più che di mero sviluppo?
    Perchè le imprenditrici e gli imprenditori insieme alle persone che collaborano con loro devono acquistare consapevolezza che oggi se un’impresa vuole crescere deve misurasi con un mercato sempre più ampio e in continua evoluzione, quindi, ci si deve necessariamente misurare con l’innovazione ma anche con altri argomenti altrettanto importanti quali la sostenibilità ambientale, economica e sociale, il prosumer (nuovo ruolo attivo e responsabile del consumatore), e la sharing economy.
  1. Come ConfApiSardegna è vicina e sostiene le aziende su questi temi?
    Organizzando attività divulgative in materia di innovazione e di sviluppo locale sostenibile, sostenendo realtà come il Make in Nuoro, promuovendo i servizi di Sardegna Ricerche, compreso il suo Fab Lab, sviluppando progettualità con altre organizzazioni pubbliche e private che coinvolgano le imprese e le stimolino ad avviare percorsi virtuosi di innovazione. Sostenendo le imprese che vogliono approcciarsi operativamente a nuove modalità operative e nuovi servizi, anche mediante la creazione di reti.
  1. Quali sono, a suo giudizio ed in punto d’innovazione, le buone prassi aziendali nella Sardegna centrale?
    Sono sicuramente le iniziative proposte dalla Camera di Commercio volte a stimolare le imprese sui temi dell’innovazione; la capacità di quegli imprenditori che hanno deciso di innovare le loro attività per adeguare le loro imprese e i loro prodotti alle nuove esigenze di gestione e del mercato, portando avanti progetti di ricerca in collaborazione con Enti a questo preposti, come Porto Conte Ricerche per citare un’eccellenza in Sardegna per il settore agroalimentare.
  1. Perché Make in Nuoro è importante per un territorio come quello della Sardegna centrale ma non solo?
    Perché porta in questo territorio un laboratorio di ricerca e innovazione a disposizione della collettività, dove si realizzano prodotti partendo da idee e bisogni, dove si sperimenta un nuovo modello di progettazione e di modo di produrre, di pensare e innovare. Possiamo dire che Make in Nuoro rappresenta un trampolino di lancio per uno sviluppo tecnologico-economico-sociale. Ovviamente il risultato finale dipenderà dalla volontà delle imprese, degli aspiranti imprenditori di usufruire al meglio dell’opportunità offerta.
  1. Qual è la posizione di Confapi Sardegna nei confronti di questa iniziativa?
    CONFAPI Sardegna conferma il suo totale sostegno a Make in Nuoro e si rende disponibile a sviluppare progettualità e iniziative concrete insieme per avvicinare il mondo dell’impresa a quello della Fabbricazione Digitale.
  1. In che modo, secondo Lei, il progetto sarà utile allo sviluppo del territorio?
    Perche avvicinerà chi già fa impresa e chi intende farla a un nuovo modo di progettare e realizzare prodotti. La Camera di Commercio con questo progetto da l’opportunità al territorio di vivere quella che può essere considerata una nuova rivoluzione industriale.
  1. Quanto conta per progetti come Make in Nuoro la proattività da parte del territorio stesso?
    E sicuramente una condizione necessaria perché questo strumento possa esprimere tutte le sue potenzialità per le imprese e per il territorio in generale. Sicuramente tutti dobbiamo fare la nostra parte ciascuno per il ruolo e funzione che svolge, in primis imprese e associazioni di categoria.
  1. Qual è, a oggi, il rapporto delle imprese (vostre associate e dell’istruzione sarda che con Voi dialoga) con l’innovazione tecnologica?
    Purtroppo il rapporto è spesso conflittuale e di timore reverenziale da parte delle imprese. Spesso le imprese innovano se sono costrette, altrimenti preferiscono non cambiare. La crisi che stiamo vivendo sta costringendo molte imprese a mettersi in discussione e a attivare percorsi di cambiamento più o meno strutturati. È ancora lontano il tempo in cui l’innovazione è un modo d’essere del fare impresa, una componente strategica e sempre presente dei piani aziendali. Va anche detto che ci sono delle eccellenti eccezioni a questo modo di essere e di fare che spero possano essere d’esempio e fungere da traino.
  1. Quali sono gli strumenti che, secondo Lei, un territorio dovrebbe adottare non solo per superare la crisi, ma anche per accoglierla come opportunità al cambiamento?
    Sicuramente una situazione come questa richiede interventi di politiche macroeconomiche che diano una spinta alla crescita. Ma va detto che questi interventi da soli non sono sufficienti e comunque non porterebbero quel cambiamento necessario alla crescita duratura, è necessario che gli operatori economici per primi pensino a un nuovo modo di operare che non guardi ai limitati confini territoriali del luogo dove operano ma che si affaccino e si confrontino con spazi necessariamente più ampi.
  1. E in che modo sosterrà Make in Nuoro?
    In linea con l’intento dell’associazione all’interno della quale opero con la massima disponibilità a collaborare a eventuali iniziative e impegnandomi a sensibilizzare chi può usufruire del servizio sull’argomento.
  1. A marzo, Make in Nuoro è stato impegnato in un tour che ha coinvolto attivamente le scuole della Sardegna centrale. All’Italia viene spesso criticato un ritardo infrastrutturale che penalizza le scuole. Quale è la Sua opinione? Quale, secondo Lei, la migliore soluzione? Perchè per i futuri lavoratori, professionisti ed imprenditori momenti di confronto come questi sono occasioni di crescita irrinunciabili?
    Penso che se da un punto di vista infrastrutturale siamo in ritardo e molto ci sia da fare, la partecipazione che c’è stata da parte delle scuole all’iniziativa Make in Nuoro at School fa ben sperare per il futuro in particolare per l’interesse dei giovani rispetto a questi argomenti. Spero anche che esperienze come queste, dove imprenditori e studenti si incontrano, condividono esperienze e conoscenze, si ripetano essendo sicuramente un ottimo modo per avviare lo scambio fra scuola e mondo del lavoro, nonché, l’incontro fra generazioni e sensibilità diverse sui temi dell’innovazione.
  1. Quali sono gli strumenti di cui la scuola e la società dovrebbero dotarsi per orientare al meglio i giovani verso le nuove opportunità offerte dal mondo del lavoro?
    La scuola e la società dovrebbe insegnare ai giovani ad essere curiosi, a inseguire le proprie passioni, a non pensare al lavoro come un posto ma come uno spazio e ad ambire alla meritocrazia; dovrebbe offrire pari opportunità nel vivere esperienze formative e lavorative in territori internazionali.
    La scuola di ogni ordine e grado e la società dovrebbero interagire sinergicamente con il mondo delle imprese e parlare lo stesso linguaggio. Da questo punto di vista, purtroppo, poco è stato fatto finora.
  1. I ragazzi di oggi sanno usare le nuove tecnologie in modo quasi innato (tant’è che si parla di nativi digitali). Tuttavia, quanto secondo Lei è importante dotare loro di un’“educazione al digitale”?
    È fondamentale. Non si può non farlo, spiegando alla giovane popolazione il corretto uso che devono fare le nuove tecnologie, il giusto tempo e quale importanza si deve attribuire e monitorando costantemente affinchè questo avvenga.
  1. Chiudiamo con un auspicio. Diciamo che come Sistema Sardegna dobbiamo imparare a comunicare meglio e ad avere maggiore autostima. Diciamo anche che esiste un futuro possibile su cui scommettere per non perdere anche questo appuntamento con la storia economica. Qual è il suo auspicio in un tweet?
    # alternativaèpossibile