SINNOVA 2015. Janusz Kozlowski e Paolo Leda ci danno una panoramica sul lavoro svolto" />

La stampante 3D Prusa i3 versione Make in Nuoro è una realtà. Ne parlano Janusz Kozlowski e Paolo Ledda

La stampante Prusa i3 è uno dei progetti ultimati da Make in Nuoro e presentati a SINNOVA 2015. Janusz Kozlowski e Paolo Leda ci danno una panoramica sul lavoro svolto:

Da sinistra, Paolo Ledda, Janusz Kozlowski, Maurizio Scudu. (Foto: Make in Nuoro)
Da sinistra, Paolo Ledda, Janusz Kozlowski, Maurizio Scudu. (Foto: Make in Nuoro)

Perché provare a costruire una stampante 3D?
Da quando le prime stampanti 3D sono uscite sul mercato abbiamo avuto la curiosità di mettere alla prova le potenzialità di questa nuova tecnologia. Con l’arrivo delle stampanti basate sul principio RepRap, abbiamo colto la palla al balzo e deciso di provare anche noi ad autocostruircene una. I vantaggi sarebbero stati molteplici. Oltre a provare in prima persona una tecnologia nuova, avremmo potuto stamparci pezzi utili per altri progetti. In effetti, è proprio quello che è successo con il progetto “Honey Box”; la struttura portante del sistema è stata progettata da noi e fabbricata con la nostra stampante 3D. Inoltre, saremmo stati in grado di fabbricare i pezzi di ricambio dei simulatori di SIMANNU, centro medico di simulazione dell’AILUN, utilizzando filamento gommoso.

Quale modello di stampante 3D avete scelto e perché?
Abbiamo scelto la Prusa i3 per due ragioni principali: aveva un’area di stampa molto ampia e prevedeva una struttura in lamiere d’alluminio che assicurava una maggiore stabilità al sistema nel suo insieme.

L’assemblaggio è stato semplice?
In realtà, la vera sfida è iniziata proprio in quel momento perché, dopo aver scaricato dalla rete tutti i file utili e aver cominciato la costruzione dei pezzi acquistabili seguendo le istruzioni a disposizione, abbiamo scoperto che molte cose potevano essere sensibilmente migliorate, mentre altre dovevano necessariamente essere modificate. Con l’indispensabile e preziosa collaborazione di Maurizio Scudu, siamo stati in grado di stampare sulle sue RepRap Mendel tutti i pezzi necessari. Per esempio: l’estrusore, una delle modifiche più importanti, era originariamente in metallo ma scaldava eccessivamente e l’abbiamo riprogettato da capo e realizzato nella nostra officina meccanica in ABS rinforzato con vetro; abbiamo aggiunto una catena porta cavi che non faceva parte del progetto originario; anche la struttura portante è stata modificata sia dal punto di vista estetico, che funzionale. In totale, abbiamo riprogettato e stampato oltre duecento pezzi.

Come pensate di mettere a frutto tutto il know-how acquisito con quest’esperienza?
Make in Nuoro ha nella sua mission la condivisione delle idee e la collaborazione per portare avanti i progetti. Abbiamo investito molto nella costruzione della nostra stampante 3D in termini di tempo e di energie, sfruttando le competenze già presenti nel nostro team. Questo ci ha permesso di risolvere gli innumerevoli problemi che si sono presentati lungo il percorso e di arrivare a un progetto completamente nuovo e ottimizzato. Ora, intendiamo utilizzare questa nostra esperienza per aiutare chiunque sia interessato a costruirsi una stampante 3D, a farlo evitando tutti gli intoppi che noi abbiamo dovuto superare. Inoltre, siamo in grado di modificare i progetti originari delle stampanti su specifica richiesta.

In concreto, cosa potrà avere un maker che si rivolga a Make in Nuoro per consulenza?
Produrremo un manuale completo con spiegazioni dettagliate del montaggio, che si troverà sul sito di Make in Nuoro. Sempre sul sito saranno a disposizione tutti i file dei pezzi progettati da noi. Se ci sarà bisogno di ulteriore consulenza per risolvere qualche problema più specifico, siamo qui a disposizione per trovare insieme una soluzione. Make in Nuoro nasce per dar vita a questo genere di collaborazioni e speriamo che siano numerosi i maker interessati a percorrere queste strade.