New Balance Athletic Shoe scommette sulla personalizzazione per ottimizzare le potenzialità degli agonisti nel mondo dell’atletica. Insieme alla ditta tedesca EOS -Electro Optical System-, specializzata in soluzioni per l’e-manufacturing, sviluppa il modello di una nuova scarpetta chiodata disegnata su misura. Non si tratta soltanto di corrispondere alla dimensione esatta del piede; il progetto è molto di più." />

Le suole stampate in 3D che migliorano le prestazioni degli atleti

La ditta statunitense New Balance Athletic Shoe scommette sulla personalizzazione per ottimizzare le potenzialità degli agonisti nel mondo dell’atletica. Insieme alla ditta tedesca EOS -Electro Optical System-, specializzata in soluzioni per l’e-manufacturing, sviluppa il modello di una nuova scarpetta chiodata disegnata su misura. Non si tratta soltanto di corrispondere alla dimensione esatta del piede; il progetto è molto di più.

Foto: EOS
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Prima ancora di disegnare la scarpa dell’atleta, il laboratorio di ricerca della New Balance raccoglie una serie di dati biomeccanici con l’uso di pedane dinamometriche, sensori all’interno delle scarpe e sistemi indossabili per il rilevamento del movimento. Il risultato è una mappa vettoriale tridimensionale che mostra la pressione esercitata sulla pedana da ogni punto del piede durante la corsa, così come l’interazione tra piede e scarpa. Attualmente, le scarpe da atletica leggera hanno sì i tacchetti rigidi sulla suola per aumentare la trazione e quindi la velocità, ma i tacchetti hanno una posizione standard uguale per tutti.

I dati raccolti dalla New Balance dimostrano, invece, che ogni atleta esercita la pressione propulsiva in punti diversi del piede a seconda di quanto lo ruota rispetto all’asse della gamba in ogni falcata e anche a seconda della distanza percorsa tra una falcata e l’altra. Questo vuol dire che lo stesso atleta crea la propria forza propulsiva in maniera diversa dipendendo anche dalla tipologia di gara a cui partecipa.

Foto: EOS
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A livelli molto competitivi, poter adattare la scarpa rispondendo ai parametri di ogni atleta sicuramente farebbe la differenza. Come spiega Sean Murphy, della New Balance: «Usiamo software di elaborazione parametrica per analizzare i dati e decidere la disposizione dei chiodini, calcolare il loro orientamento e aggiustare la loro misura; aggiungendo infine eventuali preferenze specifiche dei corridori nel disegno finale». Una volta che il progettista elabora e verifica la geometria finale, i documenti in CAD vengono convertiti in .stl e utilizzati per la stampa in 3D. Il prodotto finale è più leggero del 5% rispetto a una scarpetta elaborata col metodo tradizionale, ed è inoltre più resistente alla trazione e più flessibile.

Col metodo tradizionale, l’elaborazione del piatto suola con tacchetti rigidi, richiede uno stampaggio a iniezione per ogni misura. Provando diversi modelli, l’atleta sceglie quello anatomicamente migliore per lui. È un procedimento che costa migliaia di dollari e che richiede molto tempo. L’innovativo metodo messo a punto dall’EOS, invece, si basa nella sinterizzazione con laser che riesce a stampare in 3D quattro paia di suole in sole sei ore, con un investimento economico molto minore.

Foto: EOS
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Per quanto riguarda il mondo agonistico, la New Balance assicura che le nuove scarpe miglioreranno le prestazioni dei corridori. Rimane da verificare se saranno apprezzate anche dai corridori dilettanti. Katherine Petrecca, Business Manager della New Balance non ha dubbi al riguardo: «Quando il materiale si diversifichi, la nostra conoscenza della tecnologia si approfondisca e l’efficienza della fabbricazione additiva aumenti, saremo in grado di offrire i nostri prodotti stampati in 3D anche al consumatore comune».

Fonte:

EOS e-Manufacturing Solutions
(http://www.eos.info/case_studies/eos-industrial-3D-printing-technology-for-runners-shoes)